La spondilolistesi è lo scivolamento di una vertebra su quella adiacente, più frequentemente tra L5 ed S1: è una patologia a lenta progressione, risulta dunque necessario comprendere le fasi della patologia per intervenire nel modo più efficace.
La spondilolistesi, in assenza di sintomi specifici, è quasi sempre una “diagnosi radiologica”, ossia viene diagnosticata dopo controlli eseguiti per altri motivi; più frequente tra L5 ed S1, è importante valutare la sua progressione clinica per curarla efficacemente.
Nella stragrande maggioranza di casi la spondilolistesi passa inosservata perché non mostra sintomi; solo in casi particolarmente invalidanti si deve ricorrere alla chirurgia.
La spondilolistesi

Quando si parla di spondilolistesi si fa riferimento a uno scivolamento di una vertebra su un’altra, che si disloca dalla sua posizione naturale.
Più nello specifico si parla di:
- retrolistesi, quando la vertebra scivola all’indietro rispetto a quella immediatamente sotto;
- anterolistesi, quando lo scivolamento di verifica in avanti.
Le vertebre maggiormente interessate sono quelle nel punto di contatto tra la vertebra L5 e la S1 (con un’incidenza sui casi totali dell’82%), nella zona lombare: le spondilolistesi cervicali sono, invece, molto più rare.
La spondilolistesi L5 S1
Come anticipato, solitamente la spondilolistesi L5 S1 è asintomatica, per cui sottoponendosi a delle radiografie per altri motivi casualmente si viene a scoprire della sua presenza.
Il dolore insorge o aumenta con l’aumentare della dislocazione: normalmente questo si avverte in condizioni di sforzo eccessivo e svanisce con il riposo.
Possiamo distinguere due tipi principali di spondilolistesi lombare:
- congenite (anche chiamate spondilolistesi da lisi istmica);
- acquisite (post-traumatiche o causate da artrosi associata o meno alla stenosi del canale vertebrale).
Oltre a questa classificazione, deve essere identificato lo stadio di progressione della patologia: può risultare complesso soprattutto nelle prime fasi, in quanto la sintomatologia può non essere avvertita, ma è una tappa fondamentale per comprendere l’iter terapeutico adeguato.
Le cause

La maggior parte delle volte, la spondilolistesi si associa alla spondilolisi, la rottura dell’istmo vertebrale, in particolare di L5.
Altre cause influenti possono essere:
- usura del disco vertebrale;
- traumi a carico della colonna vertebrale;
- malattie sistemiche.
I giovani atleti sottoposti a torsioni, flessioni e sovraccarichi della colonna vertebrale (come chi pratica il tuffo acrobatico, la ginnastica artistica e il sollevamento pesi) possono andare incontro a questa patologia anche in giovane età.
Tenendo in considerazione che una spondilolisi può non presentare dolore, i test di imaging saranno un valido alleato per comprendere la causa reale: alle volte, infatti, la lombalgia può non è essere data da spondilolistesi, ma da altre condizioni, come la scoliosi.
La radiografia sarà la prima scelta, mentre per accertare la causa scatenante sarà utile una risonanza magnetica nucleare (RMN): in questo modo si potrà comprenderne l’origine e prevedere i possibili ripercussioni.
I sintomi della spondilolistesi L5 S1

Come già detto prima, nelle prime fasi la spondilolistesi lombare può essere totalmente asintomatica; il paziente nella maggior parte dei casi convive con questa condizione anche per anni, senza avvertire nessun problema.
Quando vi sono sintomi, nei casi più avanzati, si riscontra:
- lombalgia (sia acuta che cronica);
- dolore che si irradia anche ai glutei e alle gambe;
- compromissione della mobilità muscolare;
- intorpidimento degli arti inferiori.
Generalmente il dolore si verifica in posizione eretta o a seguito di sforzi eccessivi e tende a scomparire a riposo.
Un progressivo scivolamento delle vertebre, che si manifesta con la sintomatologia appena evidenziata, può essere indicativo anche della spondilolistesi degenerativa su base artrosica (SD), più comune in età avanzata.
La cura della spondilolistesi L5 S1

Considerando che anche senza intervenire direttamente sulla spondilolisi/listesi la sintomatologia può essere migliorata con esercizi di educazione posturale, i trattamenti conservativi vengono considerati la scelta primaria.
La chirurgia è la soluzione, invece, quando al dolore si associano problemi di tipo neurologico, come:
- perdita di forza;
- perdita della sensibilità degli arti inferiori,
e quando la fisioterapia e la terapia farmacologica non producono i risultati desiderati dopo almeno 6 mesi.
Trattamenti conservativi

Nelle prime fasi verranno utilizzati farmaci antinfiammatori per diminuire il dolore acuto: il dolore molto forte, infatti, impedisce il corretto svolgimento degli esercizi posturali, con un possibile peggioramento della condizione.
Una volta eliminata la sintomatologia, si procederà con un percorso di fisioterapia atto a rinforzare i muscoli della colonna, dei glutei e dell’addome.
Ogni terapia deve essere modellata sulle caratteristiche del paziente; pertanto bisogna tener conto:
- della sua età;
- della sua condizione fisica generale.
Curare la sintomatologia è fondamentale, pertanto è consigliabile evitare uno stile di vita sedentario e di non eliminare gli esercizi posturali una volta alleviato il dolore.
Avere consapevolezza del proprio corpo, in questo caso, è estremamente importante e permette di evitare una possibile ripresa sintomatologica, anche più severa, che può portare ad un eventuale intervento chirurgico.
Intervento chirurgico

L’intervento chirurgico per la spondilolistesi può essere risolutivo ma ha diverse implicazioni, per questo vi si fa ricorso solo nei casi in cui:
- la sintomatologia non migliora in maniera significativa con il trattamento conservativo;
- la deambulazione viene limitata in modo considerevole;
- lo scivolamento delle vertebre interessate aumenta costantemente (spondilolistesi degenerativa).
Gli interventi sono mirati ad eliminare la pressione che lo scivolamento esercita sui nervi, stabilizzando e correggendo tale dislocazione.
Possiamo distinguerne due tipi fondamentali:
- chirurgia aperta (con o senza laminectomia decompressiva);
- chirurgia mini-invasiva, anche mediante la moderna Awake Spine Surgery.

Per prevenire una futura instabilità vertebrale, infine, può essere necessario fissare la zona interessata con viti peduncolari, barre e gabbie in titanio, inserite attraverso piccole incisioni, che permetteranno la fusione spinale.