L’anterolistesi

L’anterolistesi è la forma più comune di spondilolistesi, ovvero lo spostamento di una vertebra rispetto a quella immediatamente sotto.
In questo caso specifico, la vertebra scorre in avanti rispetto a quella inferiore: quando lo spostamento, invece, è verso l’interno si parla di retrolistesi.
L’anterolistesi è la principale causa di instabilità della colonna vertebrale e può essere risolta nell’80% dei casi grazie a riposo e fisioterapia.
Le cause dell’anterolistesi

Il segmento maggiormente interessato ad anterolistesi è quello riguardante la 5° vertebra lombare; in misura minore può interessare anche la 4°.
Questa condizione può avere cause differenti, legate a:
- invecchiamento;
- deformazioni congenite;
- traumi alla colonna vertebrale (fratture) passati.
L’usura dei dischi intervertebrali e i cambiamenti dati dall’età risultano essere la causa principale, mostrando come le persone comprese tra i 50 e i 60 anni siano le più colpite.
Questo avviene in quanto i dischi intervertebrali con il passare del tempo tendono alla disidratazione e risultano più soggetti a:
- compressione, ernia del disco;
- a scivolamento (spondilolistesi).
I fattori di rischio
I fattori di rischio per l’anterolistesi sono:
- l’età;
- la pratica di sport a rischio di lesioni della zona lombare (come il sollevamento pesi);
- la sedentarietà.
Si riscontrano, infatti, benefici nella pratica di sport che rinforzano la muscolatura della schiena e addominale, come il ciclismo, che possono ridurre sensibilmente il rischio di anterolistesi.
Anterolistesi: sintomi
La sintomatologia varia in base al grado di anterolistesi e della zona della colonna vertebrale in cui si verifica.
Generalmente il sintomo principale è il dolore grave e persistente, anche se in alcuni casi può verificarsi solo in determinati momenti, per poi peggiorare con il tempo.
L’anterolistesi, nei casi lievi, può essere anche completamente asintomatica.
Nei casi più gravi, invece, il dolore può estendersi dalla regione lombare alle gambe, con conseguente:
- limitazioni del movimento;
- aumento del peso;
- diminuzione della densità ossea e della forza muscolare;
- assunzione di una postura errata;
- perdita della funzione della vescica.
I casi gravi, ad ogni modo, sono estremamente rari, e richiedono per la risoluzione il trattamento chirurgico.
I gradi dell’anterolistesi

L’anterolistesi può essere diagnosticata tramite test di imaging con:
- radiografie;
- TAC;
- risonanza magnetica.
La visita specialistica prevede, invece, l’esame fisico del paziente, con valutazioni sul dolore e l’eventuale difficoltà motoria.
Con i test di imaging sarà possibile, inoltre, identificare il grado di anterolistesi, in base alla percentuale di spostamento in avanti della vertebra.
Avremo:
- grado 1, con uno slittamento del 25%;
- grado 2, fino al 50%;
- grado 3; fino al 75%;
- grado 4, oltre il 75%.
Il trattamento, dunque, sarà diverso in base alla gravità della condizione.
Come si cura l’anterolistesi?
Come spiegato prima, le terapie poste in atto saranno differenti in base al grading della condizione.
Generalmente i gradi 1 e 2 presentano sintomatologia lieve e vengono trattati con un periodo di riposo da attività stressanti per la colonna fino alla scomparsa del dolore o con un trattamento atto a potenziare la muscolatura, per eliminarlo.
Si associa una terapia con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) per trattare l’infiammazione e il dolore.
I gradi 3 e 4, considerati più gravi, possono richiedere il trattamento chirurgico di decompressione vertebrale con associata una fusione spinale.
Gli esercizi per l’anterolistesi
Gli esercizi per l’anterolistesi hanno tre obiettivi principali:
- eliminare il dolore;
- rinforzare la muscolatura della schiena e dell’addome;
- evitare l’aggravamento della condizione.
A questo proposito vanno evitati tutti gli esercizi che prevedono sollecitazioni alla colonna vertebrale (come squat, sollevamento pesi e torsioni del busto) o che accentuano la lordosi lombare.
Anterolistesi: intervento chirurgico

La chirurgia viene presa in considerazione nei casi gravi, solitamente grado 3 e 4, che vedono il progressivo scivolamento della vertebra o in cui i trattamenti sopra elencati non sortiscono alcun effetto benefico.
Le tecniche d’elezione, effettuabili con tecnica mini-invasiva, sono:
- la decompressione vertebrale;
- la fusione spinale.
È opportuno sottolineare, comunque, che il trattamento chirurgico è sempre l’ultima scelta: devono sussistere le condizioni prima citate per poter procedere, ma in genere con la terapia fisica associata a farmaci l’anterolistesi viene controllata con efficacia.
Decompressione vertebrale
La decompressione del canale vertebrale è utile per liberare i nervi compressi che causano il dolore e la limitazione motoria.
Asportando le lamine vertebrali viene allargato il canale, procedura chiamata anche laminectomia decompressiva, in modo da eliminare la sintomatologia ingravescente e restituire l’autonomia al paziente.
Fusione spinale
La fusione spinale può essere effettuata in seguito alla decompressione vertebrale: è utile per ripristinare la stabilità della colonna, fissando la zona con barre e viti percutanee.
Si utilizzano due piccoli fori che impediscono la dissezione ampia dei tessuti adiacenti, con un conseguente recupero post-operatorio più rapido e meno doloroso.
Va ricordato, comunque, che queste tipologie di operazione sono destinate ad un numero esiguo di pazienti con anterolistesi, in quanto la degenerazione di questa condizione può essere controllata con la terapia fisica.
Non va, dunque, considerata come opzione finale per evitare il movimento nei gradi lievi, in quanto è pur sempre un’operazione chirurgica che, quando possibile, va sempre evitata.