La stenosi vertebrale è una condizione in cui si verifica il restringimento del canale vertebrale, il condotto che ospita le fibre nervose.
La riduzione della sua ampiezza, dunque, comprime le strutture al suo interno, fenomeno naturale dato dall’invecchiamento dei tessuti.
La stenosi vertebrale

La stenosi vertebrale è un fenomeno dato generalmente dall’avanzare dell’età e causato dalla progressiva disidratazione dei dischi vertebrali, per cui si verifica perdita in altezza ed un eventuale aumento in protrusione del disco stesso.
Le faccette articolari diventano più grandi ed invadono il canale spinale, processo noto come osteoartrite vertebrale, che porta proprio alla stenosi.
Considerando le importanti strutture che comprime, la stenosi può essere particolarmente dolorosa e riconosce diverse cause.
Le cause

L’insorgenza della stenosi alla colonna vertebrale può essere:
- congenita;
- acquisita;
- mista.
Le forme congenite sono molto rare, perché in genere la stenosi del canale vertebrale è correlata ad altre patologie dell’invecchiamento, come ad esempio l’artrosi.
La forma acquisita si riscontra in:
- persone in età avanzata, a causa dell’osteoartrite;
- certe categorie di atleti/e che praticano sport ad alto carico stressante per la colonna, come body builder e lottatori/trici;
- persone che eseguono lavori pesanti per la schiena;
- casi di ernia del disco, spondilolistesi, ecc;
- concomitanza, molto frequente, con una scoliosi;
- pazienti in sovrappeso o con vizi posturali.
I sintomi della stenosi vertebrale
La stenosi vertebrale è nella maggior parte dei casi asintomatica: è frequente, infatti, che pazienti con restringimenti anche significativi, riscontrati con esami diagnostici, non presentino alcun sintomo.
Quando presenti, invece, i sintomi più comuni della stenosi vertebrale sono:
- dolore alla schiena, che si risolve a riposo e che si ripresenta a seguito di uno sforzo fisico;
- zoppia intermittente (claudicatio neurogena).
Nei casi più severi è possibile sentire:
- gli arti intorpiditi, formicolanti e dolenti;
- debolezza muscolare;
- difficoltà alla deambulazione.
Quando il restringimento del canale vertebrale coinvolge, oltre alle radici nervose, anche il midollo spinale (colonna cervicale e dorso-lombare), la stenosi può essere associata a mielopatia.
In base alle vertebre interessate, la stenosi vertebrale può essere:
- cervicale;
- lombare.
Sintomi della stenosi cervicale

Quando le vertebre interessate sono quelle del collo, si parla di stenosi cervicale, compresa tra la vertebra C1 e la C7.
In questo caso è possibile riscontrare:
- dolore al collo e alle spalle;
- deambulazione incerta;
- formicolio alle braccia con progressiva perdita di forza;
- perdita del senso dell’equilibrio;
- vertigini;
- nausea.
I/le pazienti di solito riferiscono questa sintomatologia quando cambiano posizione, ad esempio portando la nuca verso il petto e risollevando la testa.
Sintomi della stenosi lombare

La stenosi lombare (spesso tra L4-L5) è, nella maggior parte dei casi, acquisita: è la causa più comune di mal di schiena in età adulta, venendo considerata una condizione quasi “fisiologica” del corpo umano.
Questa condizione, considerando che interessa la parte inferiore della schiena, si presenta con:
- intorpidimento agli arti inferiori;
- dolore ai glutei, che può arrivare fino ai polpacci;
- ipostenia (riduzione della forza muscolare)
- deambulazione claudicante.
È la forma che caratterizza maggiormente la tipica postura stenotica, ovvero della schiena incurvata verso avanti.
Chi soffre di stenosi lombare, spesso ha la tendenza a camminare con una leggera flessione verso avanti, che ne attenua la sintomatologia; ritornare alla postura eretta corretta rievoca, infatti, il dolore.
La diagnosi
La diagnosi è inizialmente clinica, in quanto la sintomatologia permette di riconoscerla facilmente.
È, comunque, necessario approfondire con:
- diagnostica strumentale (radiografie, TAC e/o risonanza magnetica nucleare);
- studi neurofisiologici (EMG, studio potenziali motori),
in modo da confermare ed eventualmente escludere la presenza di altre patologie vertebrali.
Bisogna enfatizzare un concetto, al nostro parere, estremamente importante: una stenosi vertebrale radiologicamente evidente non necessariamente rappresenta una condizione clinicamente significativa.
Il ruolo del moderno chirurgo vertebrale è quello di rassicurare le persone sui pericoli assai modesti conseguenti a forme di stenosi non clinicamente significative, purtroppo ancora oggi molte volte considerate insidiose.
Solo quando la stenosi del canale vertebrale assume caratteristiche che comportino un deterioramento nella qualità di vita e nell’autonomia propria (in altre parole solo quando diventa clinicamente significativa), vi è l’assoluta necessità di risolvere in maniera efficace, definitiva, e soprattutto sicura, tale condizione della nostra schiena.
Il percorso di cure della stenosi vertebrale
Nella maggior parte dei casi di stenosi vertebrale sintomatica, dunque, le terapie conservative possono migliorare la condizione del paziente in maniera efficace.
Questi trattamenti, comunque, non riportano il canale vertebrale alla sua condizione naturale, ma intervengono solamente sulla sintomatologia.
Trattamenti conservativi

Possiamo elencare 5 trattamenti di tipo conservativo, che hanno riscontri scientificamente efficaci:
- esercizi di stretching e rinforzo muscolare;
- farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS);
- iniezioni di cortisone;
- agopuntura;
- manipolazioni chiropratiche (sconsigliato nei casi di osteoporosi ed ernia del disco).
Queste soluzioni sono efficaci per quanto riguarda la stenosi della colonna vertebrale lieve: nei casi in cui il dolore, i deficit neurologici e le difficoltà deambulatorie aumentino, si dovrà prendere in considerazione il trattamento chirurgico.
Intervento chirurgico per la stenosi vertebrale
Il motivo principale per il quale si ricorre alla chirurgia è legato alle elevate difficoltà nella deambulazione autonoma che possono venire a crearsi.
Le tecniche utilizzate maggiormente sono:
- la decompressione del canale vertebrale (laminectomia decompressiva);
- l’artrodesi vertebrale.
La prima procedura può essere utilizzata nei casi in cui non si associata instabilità o deformità vertebrale, diversamente dall’artrodesi, che mira proprio a correggere questo tipo di condizioni.
Laminectomia decompressiva

L’obiettivo della laminectomia decompressiva è quello di decomprimere e liberare le strutture neurologiche che causano l’intorpidimento e i sintomi prima elencati.
Viene effettuata con la tecnica mini-invasiva (anche per via endoscopica) in pochi centri in Italia, attraverso una piccola incisione longitudinale posteriore, evitando il danneggiamento delle strutture muscolari e permettendo una ripresa quasi immediata alla deambulazione.
Artrodesi vertebrale

L’artrodesi vertebrale rappresenta ad oggi l’unica soluzione che possa migliorare in maniera significativa la qualità della vita di persone affette da una stenosi vertebrale associata o causata da una instabilità o da deformità della colonna, come la scoliosi.
I moderni trattamenti chirurgici, sempre meno invasivi attraverso l’uso di viti peduncolari, barre, gabbie in titanio, permettono il ripristino del normale calibro del canale vertebrale e ove presente la correzione delle deformità (scoliosi, cifosi, spondilolistesi) associate.
La fusione delle vertebre interessate da stenosi permetterà di eliminare l’instabilità e i deficit neurologici associati, con una ripresa pressoché completa delle normali abitudini quotidiane.
Senza dubbio l’implementazione delle ultimissime tecnologie all’avanguardia, come il robot spinale, potenzia i risultati della chirurgia vertebrale mini-invasiva in termini di incrementata accuratezza e sicurezza nell’impianto dei moderni mezzi di sintesi, diminuzione dei tempi chirurgici e di ricovero, e riduzione significativa della esposizione alle radiazioni intraoperarorie sia per il personale sanitario sia per il/la paziente.
In un futuro non molto lontano, le applicazioni cliniche della chirurgia vertebrale robotica verranno decisamente ampliate, includendo proprio le procedure chirurgiche prima elencate, sempre più complesse, come la decompressione/laminectomia spinale e soprattutto gli interventi di chirurgia delle deformità vertebrali (scoliosi/cifosi/spondilolistesi).