Ernia del disco: tipologie, sintomi, esercizi, quando operare e tecniche chirurgiche

L'ernia del disco ha sintomi inconfondibili. Ecco come riconoscerla, come curarla e quando, invece, è necessario operare.

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L’ernia del disco è una patologia in cui si verifica la rottura del disco intervertebrale e, ne casi più gravi, la fuoriuscita del suo contenuto, il nucleo polposo, verso l’esterno.

Il dolore avvertito è particolarmente forte e frequentemente localizzato nella zona lombare, in misura minore nel tratto cervicale, e molto raramente nelle vertebre dorsali.

Nelle fasi iniziali un’adeguata fisioterapia associata a un trattamento farmacologico, nella maggior parte dei casi, migliora la sintomatologia in maniera significativa, per cui l’intervento chirurgico è preso in considerazione solo in rari casi.

L’ernia del disco

ernia del disco l5 s1

L’ernia del disco è la causa più comune di dolore alla schiena (lombalgia) e viene associata ad attività che richiedono notevoli sforzi o a sedentarietà: è frequente, infatti, negli individui che lavorano molte ore al computer o che eseguono lavori manuali pesanti.

Interessa principalmente gli uomini di età compresa tra i 35 e i 55 anni e la sua caratteristica è lo schiacciamento del disco intervertebrale con conseguente fuoriuscita del nucleo polposo dall’interno.

Possiamo considerare 4 fasi di sviluppo di un’ernia del disco, in base alla gravità della compressione e alla presenza o meno della fuoriuscita:

ernia del disco

In base alle vertebre interessate, possiamo distinguere tra ernia del disco:

  • dorsale (rarissima);
  • cervicale (rara);
  • lombare (frequente),

con sintomatologie differenti.

I sintomi dell’ernia del disco

sintomi ernia del disco

In base alle vertebre interessate, possiamo distinguere tra ernia cervicale e lombare, che si mostrano con sintomatologie differenti.

I sintomi iniziali dell’ernia del disco, a prescindere dalla localizzazione, sono:

  • dolore, dato dalla pressione della protrusione su uno specifico nervo;
  • intorpidimento degli arti;
  • debolezza.

Sintomi neurologici e alle gambe nell’ernia del disco lombare

L’ernia lombare, come già accennato, è la più frequente e mostra sintomi come:

ernia del disco e sciatalgia
  • lombalgia (dolore alla parte bassa della schiena);
  • dolore ed intorpidimento ad un arto inferiore;
  • sciatalgia (dolore al gluteo, alla parte posteriore della coscia, alla gamba e al piede, riferiti al tratto compreso tra le vertebre L4 e S1);
  • cruralgia (dolore alla parte antero-laterale della coscia, riferito al tratto di vertebre compreso tra L2 e L4).

I sintomi neurologici, invece, sono:

  • riduzione della sensibilità e formicolio a una gamba;
  • riduzione della forza delle gambe (ipostenia);
  • alterazione dei riflessi osteotendinei;
  • nella sindrome della cauda equina, anestesia a sella e controllo limitato degli sfinteri.

Il dolore nell’ernia lombare si ha principalmente stando in piedi o seduti per lungo tempo e può peggiorare con un colpo di tosse o uno starnuto: restare sdraiati ne allevia, invece, i sintomi.

Sintomi dell’ernia cervicale

Quando interessa la zona cervicale, invece, si presenta con:

  • un peggioramento del dolore roteando il collo;
  • debolezza e formicolio ad un braccio;
  • mal di testa;
  • difficoltà nei movimenti del braccio.

Come si fa a capire se si ha l’ernia al disco?

Per poter comprendere se ci si trova in presenza di una radicolopatia (condizione patologica che interessa le radici nervose) si può ricorrere a due test:

  • il test di Lasègue, quando si sospetta che le radici interessate siano L5-S1;
  • il test di Wasserman, quando il possibile interessamento è tra L2-L3-L4.

Nel test di Lasègue si tende la radice posizionando il paziente supino e portando la gamba verso l’alto con ginocchio esteso: il test è positivo se la manovra produce il dolore nella zona lombare o nella gamba.

Il test di Wasserman, invece, si esegue con il paziente sdraiato a pancia in giù, portando in alto la gamba con il ginocchio piegato: l’obiettivo è quello di distendere i muscoli presenti nella parte anteriore della coscia.

La positività al test si ha nel caso in cui si verifichi dolore crurale, ovvero nella faccia antero-mediale della coscia.

Le cause

L’età, come già detto, è uno dei fattori di rischio principali, in quanto con il tempo il nucleo polposo tende a disidratarsi, facilitando la compressione e la sua fuoriuscita dall’annulus fibroso.

Altri fattori che possono portare all’insorgenza dell’ernia del disco sono:

  • obesità;
  • sedentarietà e assunzione di posizioni viziate (soprattutto per chi svolge lavori d’ufficio);
  • sforzi eccessivi e continuativi nel tempo.

Come accennato prima, alcune professioni possono predisporre allo sviluppo dell’ernia discale, per cui risulta molto importante rafforzare la propria muscolatura ed evitare aumenti di peso eccessivi, soprattutto nell’età di potenziale insorgenza.

Le cure per l’ernia del disco

Una prima soluzione si può ricercare in un cambio delle abitudini e dello stile di vita prima della potenziale età di insorgenza.

Questo consiglio è, comunque, generico, in quanto mantenere un peso adeguato con diete idonee e avere una muscolatura forte possono allontanare sensibilmente l’insorgenza di un elevato numero di malattie.

Nello specifico, i trattamenti per l’ernia del disco possono prevedere:

  • assunzione di farmaci antidolorifici;
  • fisioterapia;
  • intervento chirurgico (nei casi più gravi).

Terapia conservativa

ernia del disco cure

La terapia con farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) e antidolorifici è la prima opzione che lo specialista prescrive: una volta espulso il nucleo polposo, infatti, questo tenderà a disidratarsi e di conseguenza i sintomi dolorosi tendono ad attenuarsi.

Al trattamento farmacologico si possono associare esercizi di stretching; questi contribuiscono ad una più rapida risoluzione dei sintomi.

È necessario, prima di svolgere attività motoria, eliminare completamente l’infiammazione, in quanto svolgere esercizi nella fase acuta può portare a peggioramenti, spesso anche gravi.

Generalmente questi trattamenti risolvono la condizione; solo in rari casi, infatti, si ricorre all’intervento chirurgico.

Alcuni semplici esercizi possono essere svolti anche in autonomia, esclusivamente dopo la fase acuta.

Vediamone insieme 3.

Esercizi ernia del disco

Esercizio 1: da seduti sulla sedia
esercizi per ernia del disco

Seduti su una sedia, con le gambe leggermente divaricate, raggiungete le caviglie con le mani e tenete la posizione per almeno 5 secondi. Ritornate alla posizione di partenza, riposatevi e ripetete.

Questo esercizio sarà utile per muscoli dorsali.

Esercizio 2: da seduti su tappetino
esercizi ernia del disco

Seduti a terra con le gambe unite, cercare di toccare la punta dei piedi con le mani: in caso di dolore o rigidità muscolare, raggiungere il punto che non da fastidio e mantenere la posizione.

Lo scopo di questo esercizio è distendere la schiena e rafforzare la muscolatura.

Esercizio 3: supini su tappetino
ernia del disco esercizi

Sdraiati a terra con la pancia verso l’alto, si portano lentamente le gambe piegate verso il petto, aiutandosi con le braccia e senza staccare la testa da terra. Portare le gambe avanti e indietro lentamente e senza sforzare.

L’esercizio in questione è molto utile per la distensione lombare.

L’intervento chirurgico

Il trattamento chirurgico viene effettuato solo nei casi che non rispondono positivamente alle terapie conservative nell’arco di 6 settimane e che tendono all’ingravescenza.

Nello specifico si effettua:

  • la microdiscectomia lombare (con tecnica mini-invasiva);
  • la discectomia cervicale per via anteriore (con inserimento di una protesi discale).

Entrambi gli interventi rimuovono il disco vertebrale interessato ed eliminano completamente il dolore, obiettivo di tutte le terapie per la cura dell’ernia del disco.

Microdiscectomia lombare

microdiscectomia

La microdiscectomia lombare consente di intervenire sul disco erniato con incisioni che non superano i 3 cm di lunghezza, grazie all’utilizzo del microscopio.

In questo modo è possibile liberare le strutture compresse dal nucleo polposo espulso ed eliminare il dolore che ne consegue; è una procedura che viene eseguita in anestesia generale.

La durata media dell’intervento è compresa tra i 35 e i 45 minuti.

Grazie alle moderne tecnologie, la microdiscectomia è un intervento poco invasivo e consente di trattare l’ernia del disco mantenendo intatte le strutture paravertebrali e agevolando notevolmente il recupero, ragion per cui viene preferita alla discectomia tradizionale.

Discectomia cervicale per via anteriore

La discectomia per via anteriore è destinata alle ernie della zona cervicale.

È un intervento maggiormente invasivo, ma eseguito più raramente, proprio perché le ernie localizzate a livello cervicale sono poco frequenti.

Questo intervento consiste nella rimozione del disco intervertebrale da accesso anteriore (dal collo), con successiva sostituzione con una protesi.

Come già specificato, questo trattamento viene eseguito raramente, in quanto le ernie della zona cervicale tendono a risolversi con i trattamenti conservativi.

Quando operare un’ernia del disco

operazione ernia del disco

Come abbiamo già anticipato prima, l’ernia del disco è gestibile fino alla risoluzione della sintomatologia senza ricorrere necessariamente all’operazione: tuttavia, alcuni segnali possono indicare la necessità dell’intervento.

Queste condizioni sono:

  • deficit motori ingravescenti (che non migliorano neanche con le terapie conservative);
  • la persistenza dei sintomi acuti per almeno 6 settimane;
  • la sindrome della cauda equina (condizione molto rara ma estremamente grave, che necessita un intervento nel minor tempo possibile).

Per avere un quadro generale maggiormente esaustivo, invito alla lettura del seguente articolo, dedicato alla cura dell’ernia del disco.

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Georgios Bakaloudis

Georgios Bakaloudis

Sono il dr. Georgios Bakaloudis, sono il responsabile dell’Unità di Ortopedia e Chirurgia della Colonna 1 del gruppo Humanitas presso l’ospedale San Pio X a Milano.