L’operazione per la scoliosi è la stabilizzazione spinale (con o senza fusione), ma ci sono differenze nel metodo e nelle tecniche chirurgiche.
L’operazione per la scoliosi
L’operazione per la scoliosi non viene eseguita in tutti i casi: in genere si opera la scoliosi grave, con curve che superano i 40° Cobb, in quanto è estremamente probabile che la curvatura peggiori anche dopo il termine della fase di accrescimento (18 anni).
Si ricorre comunque prima alla ginnastica correttiva e a busti ortopedici.
La scoliosi è grave quando supera i 40° e si riscontrano vertebre deformate, con una conseguente alterazione posturale importante.
Le curve inferiori possono richiedere:
- fino ai 20° (scoliosi lieve), sola osservazione ed esercizi per controllare il dolore;
- fino ai 40° (scoliosi moderata), trattamento di procrastinazione con busti.
Non si interviene, dunque, in caso di paramorfismo.
Il dolore alla schiena dopo l’intervento per la scoliosi
Nelle settimane successive all’operazione per la scoliosi il dolore sarà naturalmente controllato con antidolorifici.
L’obiettivo della chirurgia, oltre a riportare la colonna ad una curvatura e una posizione naturale, è proprio quello di eliminare l’eventuale dolore dato dalla deformità.
Naturalmente, nessuno è esente da lievi mal di schiena saltuari nel corso della propria vita, ma il dolore dato dalla curvatura eccessiva diminuirà sensibilmente, se non anche eliminato del tutto.
La percezione del dolore varia in ogni paziente e in base alla tecnica utilizzata (mini-invasiva o a cielo aperto).
Subito dopo l’intervento il dolore sarà superiore a prima, ma verrà controllato con antidolorifici e si risolverà in un periodo compreso tra le 2 e le 6 settimane.
A 6 mesi dall’intervento, il dolore rispetto a prima dell’operazione sarà decisamente inferiore.
La curvatura della colonna dopo l’operazione alla scoliosi
Il grado di correzione ottenibile si basa sulla flessibilità del rachide prima dell’intervento: maggiore la flessibilità, maggiore la correzione possibile.
Questo perché l’operazione si prefigge di spostare le vertebre solo fin quanto possibile: la moderna tecnologia intraoperatoria permette di visualizzare il limite massimo di flessibilità raggiungibile senza creare danni, soprattutto neurologici.
Generalmente, curve importanti possono essere recuperate fino ai 15/20 gradi, nei casi più gravi fino ai 25°.
La rigidità della schiena dopo l’intervento di scoliosi
La schiena sarà sicuramente più rigida, ma alcuni esercizi e attività sono in grado di migliorare la sua flessibilità.
A prescindere, consultate sempre lo specialista prima di intraprendere qualsiasi tipo di attività sportiva: questo perché saprà consigliare, in base alla vostra condizione, cosa effettivamente potrebbe giovare alla vostra schiena.
Per un approfondimento sugli sport consigliati e da evitare con la scoliosi si può consultare:
Sport per la scoliosi: quali praticare e quali è consigliato evitare.
Le tecniche chirurgiche
L’operazione per la scoliosi è una sola, ovvero la stabilizzazione (con o senza fusione) spinale. La differenza sta nel metodo, che può essere:
- a cielo aperto, più invasivo e lungo;
- mini-invasivo, con accessi piccoli e più veloce.
In quest’ultimo caso, le strutture paraspinali vengono preservate, con tempi di recupero più brevi e meno dolorosi.
La fusione spinale
La fusione spinale è l’intervento alla colonna vertebrale per la scoliosi che permette di collegare permanentemente 2 o più vertebre della colonna.
Viene eseguita con barre e viti (anche percutanee) per tenerla in posizione e tra le vertebre interessate si inserisce un innesto osseo, per riempire lo spazio a seguito del riposizionamento della colonna che effettua il chirurgo.
Questo intervento viene raccomandato anche nei casi di:
- instabilità vertebrale;
- frattura delle vertebre (non sempre);
- deformità.
L’operazione per la scoliosi consente di raddrizzare la colonna, nei limiti della flessibilità del rachide, ed eliminare la deformità e il dolore.
Saranno presenti delle cicatrici nella zona d’accesso, la cui grandezza varia in base all’utilizzo della metodica mini-invasiva o a cielo aperto.
Al momento, pochi centri d’eccellenza in Italia utilizzano il metodo mini-invasivo, ma in futuro verrà utilizzata sempre più, in quanto:
- i tempi chirurgici sono ridotti;
- le cicatrici saranno più piccole;
- il sanguinamento durante l’operazione è decisamente minore;
- il dolore nel post-operatorio è più basso;
Il recupero post-operatorio
Immediatamente dopo l’intervento, il dolore viene controllato con l’uso di antidolorifici e con terapia antinfiammatoria.
Viene, ad ogni modo, adottato un approccio individualizzato per ogni paziente, assicurando che il dolore sia gestito efficacemente.
Per quanto riguarda il recupero post-operatorio, i pazienti vengono incoraggiati a iniziare una mobilizzazione precoce, spesso già dalla sera dell’intervento, con l’obiettivo di ridurre i rischi di complicazioni e accelerare il ritorno alle attività quotidiane.
Questo include la deambulazione assistita sotto controllo dei fisioterapisti, che ha l’obiettivo di incrementare nei giorni successivi all’intervento la distanza percorsa, evitando in questo modo l’impiego di una terapia antitromboembolica.
La strategia di recupero mira a raggiungere un ritorno alla normale vita quotidiana in un tempo relativamente breve, variando in base all’età del paziente e alle specificità dell’intervento.
Il ritorno a scuola e alla vita quotidiana
I ragazzi che si sono sottoposti ad un intervento per la scoliosi possono tornare a scuola dopo 2\3 settimane dall’intervento.
Per quanto riguarda gli adulti, invece, saranno necessari 2 mesi di convalescenza, sempre evitando sforzi al rachide e traumi diretti, riprendendo al più presto le proprie abitudini.