L’ernia cervicale è la conseguenza di uno schiacciamento dei dischi intervertebrali, in cui il nucleo polposo viene compresso e fuoriesce tra 2 delle 7 vertebre della parte alta del rachide.
L’ernia cervicale

L’ernia cervicale è la seconda tipologia di ernia più comune, in cui si verifica la rottura dell’anulus di un disco intervertebrale, con o senza fuoriuscita del nucleo polposo, nella zona cervicale.
Nell’80% dei casi, i segmenti interessati sono quelli compresi tra le vertebre C6-C7 e C5-C6.
In base al tipo della compromissione discale, possiamo distinguere diversi tipi di ernia:
- contenuta, in cui non si verifica la deformazione dell’anulus fibroso, senza fuoriuscita;
- protrusa, con una protuberanza che invade il canale vertebrale;
- espulsa o migrata, in cui il nucleo polposo fuoriesce dall’anulus, invadendo la zona circostante.
Possiamo fare, infine, un’ulteriore distinzione tra ernia cervicale:
- dura, in cui viene a crearsi un’escrescenza ossea chiamata osteofita;
- molle, forma tipica dei traumi violenti, come il colpo di frusta, in cui il materiale del nucleo polposo impegna il canale vertebrale.
Ernia cervicale dura

Oltre alla degenerazione del nucleo polposo, in caso di ernia cervicale dura si viene a formare un’escrescenza ossea nel margine articolare, che prende il nome di osteofita.
Questa condizione spesso vede anche una stenosi, un restringimento del canale vertebrale, mostrando:
- debolezza muscolare;
- anomalie nei riflessi osteo-tendini.
Ernia cervicale molle
L’ernia cervicale molle è tipica dei traumi violenti, come il colpo di frusta, e delle usure: è comune nei pazienti al di sotto dei 50 anni.
In questi casi, il contenuto erniato è esclusivamente il nucleo polposo, che comprime le radici spinali causando dolore e intorpidimento.
I sintomi neurologici dell’ernia cervicale

Il sintomo maggiormente avvertito in caso di ernia cervicale è il dolore estremamente forte che, passando per la spalla, viene avvertito anche lungo tutto il braccio.
I sintomi neurologici maggiormente riscontrati sono:
- formicolio e intorpidimento dell’arto superiore, fino alla mano e alle dita;
- allodinia (percezione di dolore a seguito di uno stimolo innocuo);
- perdita di forza dell’arto superiore interessato;
- sensazione di mano fredda/calda;
- mal di testa frequenti;
- rigidità del collo;
- torcicollo.
Queste caratteristiche permettono già durante la visita specialistica di distinguere tra un semplice mal di collo e una discopatia cervicale.
Le cause
La causa principale dell’ernia cervicale è l’invecchiamento, associato a posture scorrette.
Altri eventi che possono causare la rottura del disco intervertebrale sono:
- traumi di varia natura;
- il colpo di frusta, brusco movimento del collo tipico degli incidenti stradali;
- la predisposizione individuale, da ricercare in fattori genetici;
- sforzi eccessivi prolungati nel tempo;
- carichi elevati sugli arti superiori;
- un’alterata inclinazione delle vertebre;
- spondilosi, causata generalmente dall’artrosi.
La diagnosi

La diagnosi prevede in primo luogo l’analisi della sintomatologia riscontrata, indagando inoltre sulla storia del paziente, l’anamnesi.
Si procede in seguito con l’esame obiettivo, in cui vengono eseguite manovre specifiche per valutare la presenza dei segni distintivi della condizione; il sospetto, infine, viene confermato con:
- radiografie;
- tomografia computerizzata (TC);
- risonanza magnetica (RMN);
- mielografia, quando il sospetto permane anche a seguito di TC e RMN.
Le cure per l’ernia cervicale
In base ai risultati diagnostici e alla gravità della sintomatologia, il trattamento dell’ernia cervicale è variabile.
Le forme lievi vengono generalmente trattate con fisioterapia e farmaci, in modo da limitare la compressione del canale spinale, causa della sintomatologia.
Nei casi in cui non dovessero essere risolutivi, si fa ricorso al trattamento chirurgico.
Terapia conservativa

La terapia conservativa prevede manovre specifiche eseguite da un fisioterapista, per limitare la compressione delle radici spinali.
Tali manovre sono da eseguire una volta superata la fase acuta del dolore e vengono prescritti in primo luogo i seguenti farmaci:
- farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS);
- farmaci corticosteroidei;
- rilassanti muscolari.
Nel caso in cui l’ernia sia conseguenza di un trauma, può essere prescritto l’utilizzo del collare cervicale al fine di prevenire un peggioramento della condizione.
Una volta ottenuto il miglioramento della sintomatologia, è bene proseguire il programma di riabilitazione in maniera precisa, in modo da evitare recidive.
Quando operare l’ernia cervicale

L’ernia cervicale deve essere operata nei casi non responsivi ai trattamenti conservativi che mostrano una grave sintomatologia; nello specifico devono persistere le seguenti condizioni:
- sintomi acuti per più di 6 settimane;
- deficit neurologici ingravescenti.
In questi casi si ricorre alla discectomia cervicale con fusione spinale, che tramite un accesso anteriore al collo permette la rimozione del disco erniato.
Tramite un accesso anteriore al collo, si rimuove il disco erniato e si posiziona al suo posto una gabbia in titanio riempita di osso, generalmente di sintesi, o più modernamente, una protesi cervicale, che mantiene il normale movimento.
I tempi di recupero
È un intervento mini-invasivo, spesso eseguito con l’ausilio di microscopio intraoperatorio, in anestesia generale e richiede il ricovero del paziente di 2-3 giorni.
Il recupero completo avviene dopo 30 giorni dall’intervento, durante i quali sarà necessario prestare attenzione ed evitare:
- sforzi;
- la guida;
- l’assunzione di posizioni scorrette.