Mielopatia: definizione, tipologie e scelta del percorso di cure

È possibile diagnosticare 3 tipi di mielopatia: da compressione, vascolare, da radiazioni. Ecco come scegliere il percorso di cure più corretto.

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Per mielopatia si intende ogni processo patologico a carico del midollo spinale.

La mielopatia

mielopatia

Può avere diverse manifestazioni sintomatologiche, che variano in base alle cause di insorgenza, e si presenta generalmente in persone di età superiore ai 50 anni.

Le cause di insorgenza di una mielopatia sono attribuibili a diversi fattori, tra cui:

  • un progressivo restringimento, stenosi, del canale vertebrale, su base artrosica;
  • fratture vertebrali;
  • ernie del disco;
  • tumori spinali;
  • spondilolisi e spondilolistesi, scivolamento delle vertebre.

Tipologie di mielopatia

mielopatia compressiva

Le diverse cause, permettono di classificarne tre tipologie fondamentali:

  • mielopatia compressiva, a seguito di tumori, fratture ed ernie del disco, che causano danni ai nervi spinali;
  • mielopatia vascolare, in cui viene riscontrato un flusso sanguigno ridotto, spesso esito di una stenosi;
  • mielopatia da radiazioni, a seguito di danni da radioterapia, che può danneggiare il midollo spinale.

I sintomi della mielopatia

mielopatia sintomi

Il sintomo principe è senza dubbio il dolore; visto l’interessamento del midollo e dei nervi spinali, la sofferenza può accompagnarsi a:

  • debolezza generale;
  • ipoestesia (riduzione della sensibilità) degli arti;
  • equilibrio instabile;
  • perdita della coordinazione durante la deambulazione e difficoltà a camminare.

In caso di mielopatia cervicale, possono manifestarsi altri sintomi, quali:

  • dolore al collo e alle spalle;
  • intorpidimento degli arti superiori;
  • perdita della manualità fine (con progressiva ipotrofia muscolare);

Per quanto riguarda la mielopatia localizzata nella zona toraco-lombare, può verificarsi:

  • dolore alle gambe;
  • intorpidimento delle natiche, delle cosce e dei polpacci;
  • andatura steppante, causata da ipostenia o da paralisi dei muscoli pretibiali e peronieri.

L’intensità dei sintomi sopra elencati è soggettiva, variando da paziente a paziente.

In alcuni casi, un peggioramento improvviso può essere un indicatore per l’andamento della patologia, anche se spesso è molto difficile prevederlo.

La diagnosi

La diagnosi spesso è difficile, viste le numerose manifestazioni sintomatologiche.

Il primo step per una diagnosi accurata è l’esame clinico del paziente, in cui viene valutata:

  • la storia clinica;
  • la deambulazione;
  • la sintomatologia riscontrata.

Successivamente si procede con la conferma tramite test di imaging, in cui si prescrive:

  • la radiografia;
  • la risonanza magnetica;
  • la TAC.

I test di imaging saranno utili per l’individuazione di stenosi, osteofiti o altri processi patologici che possono essere responsabili di compressioni e dei deficit neurologici prima descritti.

Le cure per la mielopatia

I trattamenti disponibili per la mielopatia variano in base alla gravità della sintomatologia.

Ad ogni modo, il primo approccio è di tipo conservativo: solo nei casi più gravi, che presentano gravi deficit neurologici e difficoltà motorie importanti si fa ricorso alla chirurgia.

A prescindere dal trattamento utilizzato, si mira a:

  • eliminare il dolore;
  • ripristinare la mobilità;
  • rinforzare la muscolatura di supporto della colonna vertebrale.

Terapie conservative

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Il trattamento conservativo viene adoperato nei quadri clinici stabili e senza gravi limitazioni funzionali.

Nelle prime fasi, si tende a mantenere a riposo la muscolatura, per diminuire la fase acuta del dolore e l’infiammazione; in seguito si procede con l’attuazione di terapie basate su esercizi per il rinforzo muscolare.

Per far riposare la muscolatura nei casi di mielopatia cervicale si fa uso di collari morbidi da utilizzare durante la notte, onde evitare posizioni scorrette e che possano aggravare la condizione.

A queste soluzioni, si associa una terapia farmacologia con:

  • antiinfiammatori;
  • cortisonici per via orale;
  • neuroprotettori, utilizzati in concomitanza con gli antinfiammatori.

Le trazioni e le manipolazioni aggressive vanno assolutamente evitate.

L’intervento chirurgico

Il trattamento chirurgico viene preso in considerazione quando si presentano gravi condizioni di instabilità della colonna e quando i deficit neurologici sono particolarmente gravi.

Gli interventi servono per decomprimere il midollo e i nervi spinali e variano in base alle necessità chirurgiche:

  • discectomia, con accesso anteriore;
  • corpectomia, con accesso anteriore;
  • laminectomia decompressiva con o senza stabilizzazione, con accesso posteriore.

Accesso anteriore: discectomia e corpectomia

La discectomia è l’intervento per la rimozione totale o parziale di un disco intervertebrale.

La corpectomia è l’intervento per la rimozione totale o parziale di un corpo vertebrale.

Questa tecnica si rende utile quando si viene a creare un conflitto tra le strutture del disco o del corpo e i nervi spinali, soprattutto nei casi di ernia del disco, stenosi o fratture .

L’approccio anteriore permette un’esecuzione meno invasiva, in base alla zona da decomprimere.

L’obiettivo è di liberare il passaggio del canale spinale, compresso dal materiale estruso dal disco intervertebrale, o dal corpo: nei casi in cui si riscontrino degli osteofiti, anch’essi vengono rimossi, per evitare la sintomatologia conseguente alla compressione.

L’intervento può prevedere anche l’inserimento di gabbie e viti somatiche per migliorare la stabilità della colonna, con successivo inserimento di componente ossea per ottenere una fusione spinale.

Accesso posteriore: la laminectomia decompressiva

La laminectomia decompressiva con accesso posteriore prevede l’allargamento del canale vertebrale tramite l’asportazione delle lamine vertebrali.

In alcuni casi può essere necessaria una fresatura delle faccette articolari, spesso responsabili della compressione midollare.

L’intervento risulta essere più invasivo, per cui viene preso in considerazione solo in paziente con uno stato generale di salute buono; viene sconsigliato nei casi di pazienti:

  • molto anziani;
  • con problemi di coagulazione;
  • con gravi osteoporosi.

Come detto prima, gli interventi per il trattamento della mielopatia sono destinati a pochi pazienti, che vedono la loro condizione particolarmente compromessa e che non possono trarre nessun tipo di beneficio dalle terapie conservative.

Essendo particolarmente delicato, l’intervento chirurgico si prende in considerazione solo quando i benefici del trattamento superano le sue controindicazioni o possibili complicazioni.

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Georgios Bakaloudis

Georgios Bakaloudis

Sono il dr. Georgios Bakaloudis, sono il responsabile dell’Unità di Ortopedia e Chirurgia della Colonna 1 del gruppo Humanitas presso l’ospedale San Pio X a Milano.

Dal 2023 sono professore del master di II° livello in Chirurgia Vertebrale Spinale di Humanitas University.