La mielopatia cervicale (MC o stenosi del canale cervicale) è una condizione clinica caratterizzata dalla compressione del midollo spinale cervicale.
Tale condizione può vedere diverse cause, anche se più spesso è conseguenza di un restringimento progressivo del canale vertebrale cervicale su base artrosica.
I sintomi sono nella maggior parte dei casi subdoli e possono comparire o peggiorare all’improvviso, senza una precisa causa scatenante.
È più spesso osservata in persone con età superiore ai 50 anni, ma può coinvolgere anche persone che superano i 70-80 anni d’età.
La mielopatia cervicale
La mielopatia cervicale nella maggioranza dei casi è causata dall’artrosi, una patologia degenerativa a carico delle ossa, per cui il canale cervicale si restringe progressivamente.
Altre cause possono essere:
- fratture vertebrali;
- ernie del disco cervicali espulse.
La progressiva diminuzione della componente idrica del disco intervertebrale provoca, infine, una:
- perdita in altezza del disco stesso;
- una diminuzione del movimento;
- la formazione di piccole escrescenze ossee (osteofiti).
I sintomi della mielopatia cervicale
La caratteristica principale delle mielopatia cervicale è l’apparizione lenta e subdola della sintomatologia.
Spesso si verifica un peggioramento rapido della condizione, seguito da un periodo di remissione in cui non è presente dolore, ma si manifestano diversi sintomi neurologici, come:
- ipoestesia (sensibilità ridotta) a braccia, mani e dita;
- crampi;
- astenia, ovvero debolezza dei muscoli delle braccia, delle spalle e delle mani;
- disequilibrio generalizzato con difficoltà alla coordinazione e deambulazione autonoma;
- perdita progressiva della manualità e delle capacità motorie con ipotrofia muscolare.
Il dolore e la rigidità del rachide cervicale, non sempre sono presenti e spesso sono di intensità lieve.
Nella mielopatia non si avvertono, dunque, vertigini o capogiri, ma piuttosto il corpo viene recepito come un peso, che non segue più quello che la persona ha intenzione di fare.
La camminata diventa sgraziata, con un andamento tipo “robottino” con piccoli scatti degli arti inferiori (con spasticità muscolare ed iperreflessia).
La perdita delle manualità inizialmente può coinvolgere solo le funzioni di “fino”, come avvitare o cucire: in alcuni casi può addirittura non presentarsi e mostrare un peggioramento grave in poco tempo.
Progressivamente, infatti, si possono perdere molte funzioni elementari come:
- scrivere;
- abbottonarsi la camicia;
- sollevare oggetti;
- mangiare autonomamente.
Nei casi gravi la mielopatia cervicale può provocare la perdita della mobilità di braccia e gambe, con una severa invalidità della persona coinvolta.
Le cure della mielopatia cervicale
Nei casi meno severi in cui si osserva una stabilità del quadro clinico, il trattamento iniziale della mielopatia cervicale può essere quello non chirurgico.
Lo scopo principale è la diminuzione del dolore e la ripresa di una certa autonomia delle funzioni quotidiane.
Terapie conservative
Il trattamento conservativo per la mielopatia cervicale include:
- l’uso di un collare morbido;
- l’assunzione di farmaci;
- la fisioterapia.
Collare morbido
Il collare morbido aiuta a mantenere rilassata la muscolatura del collo e a limitare il movimento nelle fasi di infiammazione.
Il suo uso deve essere limitato nel tempo e generalmente si raccomanda l’utilizzo durante le ore notturne.
Terapia farmacologica
Di importanza rilevante nel trattamento della mielopatia cervicale, i farmaci più usati sono:
- antinfiammatori per controllare e/o diminuire il dolore;
- cortisonici per via orale per brevi periodi possono aiutare molto in caso di infiammazione;
- iniezioni epidurali di cortisonici, non spesso usati a livello cervicale, ma di comprovata utilità nel ridurre la flogosi localmente;
- neuroprotettori, sempre più frequentemente utilizzati come ausilio agli antinfiammatori, con una azione protettiva sul tessuto neurologico coinvolto.
Fisioterapia
L’esecuzione di esercizi, eseguiti in ambiente idoneo con l’ausilio di personale qualificato, trova importante valore per ciò che riguarda:
- la diminuzione del dolore;
- l’aumento della mobilità;
- il rinforzo generale dei muscoli del rachide cervicale.
La riabilitazione neuromotoria, inoltre, risulta di assoluta importanza nel recupero delle funzioni motorie per svolgere le attività quotidiane.
Da evitare trazioni o manipolazioni all’altezza del collo, soprattutto se eseguite in maniera aggressiva.
Intervento chirurgico
Il trattamento chirurgico è l’unica soluzione nei casi più gravi, permettendo di salvaguardare le funzioni neurologiche e l’autonomia del paziente affetto da mielopatia cervicale.
L’obiettivo è quello di liberare o decomprimere le strutture nervose; può essere eseguito per via anteriore e/o posteriore, con ausilio di mezzi di osteosintesi (gabbie, viti, barre) che permettono di ottenere la stabilità della colonna cervicale.
A questo proposito si interviene con:
- la rimozione parziale o totale del disco vertebrale interessato (discectomia con accesso anteriore);
- la rimozione parziale o totale del corpo vertebrale (corpectomia con accesso anteriore);
- l’asportazione della lamina vertebrale (laminectomia decompressiva con accesso posteriore).
È fondamentale sottolineare, comunque, come questi interventi siano destinati ad un numero limitato di pazienti, in quanto trattano una zona particolarmente delicata del nostro corpo, pertanto i benefici che si ottengono con l’intervento devono essere decisamente maggiori rispetto ai rischi che si corrono.
Controindicazioni
Gli interventi per la mielopatia cervicale, dunque, possono essere eseguiti solo in determinate tipologie di pazienti.
Non è possibile, infatti, intervenire nei pazienti:
- particolarmente anziani;
- con problemi di coagulazione del sangue;
- con grave osteoporosi.
Ad ogni modo, è lo specialista a valutare il piano terapeutico più idoneo, analizzando con cura tutte le caratteristiche del paziente.