Il tumore spinale può insorgere in ogni zona della colonna vertebrale.
La sintomatologia è differente e va studiata attentamente dall’oncologo e, in caso di necessità di intervento, dal chirurgo ortopedico specializzato nella schiena.
Vista la delicatezza dell’argomento, ho riservato un canale preferenziale per i pazienti oncologici, che possono scrivere direttamente a questa mail: segreteriageorgiosbakaloudis@gmail.com.
Fatta questa premessa, proseguiamo con il nostro approfondimento.
Cos’è un tumore spinale?

Un tumore alla colonna vertebrale è una nuova formazione di tessuto; può essere benigno o maligno, dentro o intorno al midollo spinale.
È un tumore molto più raro rispetto a quelli che interessano il cervello, ma spesso richiede un intervento immediato: la zona più colpita è il torace, con il 70% dei casi sul totale.
Tipologie di tumore spinale

Il midollo spinale si trova nel canale vertebrale, coperto da uno strato protettivo chiamato “dura madre“.
Il posizionamento del tumore dentro o fuori lo strato protettivo ne distingue due varianti:
- tumori extradurali, al di fuori della dura madre;
- tumori intradurali, che a sua volta si dividono:
- intramidollari;
- extramidollari.
È possibile fare un’ulteriore distinzione tra tumori:
- primitivi o primari, che hanno origine dalle cellule del midollo spinale, cioè il tumore al midollo spinale;
- secondari, ovvero metastasi di tumori originati in un’altra parte del corpo umano, la forma più comune.
Tumore extradurale
Questa tipologia di tumore spinale è generalmente secondaria e di natura metastatica, risultato di carcinomi:
- al seno;
- ai polmoni;
- ai reni;
- alla tiroide.
I tumori extradurali comprimono il midollo spinale e le sue radici, invadendo e distruggendo in primo luogo l’osso che lo protegge.
Tumore intradurale intramidollare
I tumori intramidollari si presentano più frequentemente a livello della cervicale e sono il più delle volte benigni.
Derivano dalle cellule accessorie del parenchima: la maggioranza dei tumori di questo tipo si divide in egual maniera tra astrocitomi ed ependimomi, più rari sono invece gli emangioblastomi, legati alla malattia di Von Hippel Lindau (patologia in cui si sviluppano cisti ai reni ed in altri organi).
Tumore intradurale extramidollare
I tumori extramidollari sono per lo più meningiomi o relativi alla guaina dei nervi, e si sviluppano principalmente nello strato protettivo del midollo spinale che si trova all’interno della dura madre.
L’incidenza è maggiore nelle donne anziane.
I sintomi del tumore alla colonna vertebrale
I sintomi sono diversi in base alla zona di insorgenza.
Generalmente si verifica:
- problemi neurologici di varia natura, come l’intorpidimento degli arti;
- dolore non aggravato da sforzi e che tende ad aumentare a riposo;
- deambulazione sempre più difficoltosa;
- debolezza crescente e paralisi delle aree sottostanti la compressione vertebrale;
- disfunzione erettile;
- perdita di controllo degli sfinteri.
La pressione che la neoformazione può applicare al midollo, inoltre, può limitare l’afflusso di sangue, con conseguente morte del tessuto ed edema, che limiterà ulteriormente il flusso e porterà alla morte di altri tessuti.
La diagnosi

Generalmente per la diagnosi si ricorre alla risonanza magnetica per identificare la compressione.
Nei casi in cui non sia possibile utilizzare la risonanza magnetica (nei pazienti con pacemaker, ad esempio), si effettua una mielografia con tomografia computerizzata, per valutare la condizione del midollo spinale e degli involucri meningei.
Si può ricorrere, quando la diagnosi non risulti ancora certa, alla biopsia, prelevando un campione di tessuto sospetto ed analizzandolo in laboratorio: questo procedimento permette di valutare la natura (benigna o maligna) della massa tumorale e le possibili strade da percorrere.
Detto ciò, la diagnosi deve essere necessariamente rapida, in quanto i problemi causati dalla massa tumorale, in alcuni casi, possono diventare irreversibili.
Trattamenti medici
I primi trattamenti per la cura dei tumori spinali (primari e secondari), sono:
- cicli di chemioterapia, in cui con sostanze chimiche viene bloccata la riproduzione cellulare della massa tumorale;
- cicli di radioterapia, in cui si utilizzano fasci di radiazioni ionizzanti per danneggiare il materiale genetico delle cellule maligne.
Nei casi di tumori benigni, come l’angioma vertebrale, può essere sufficiente il solo controllo con risonanza magnetica, in quanto è possibile non si presentino condizioni sintomatiche.
I trattamenti medici appena citati, tuttavia, non sempre possono essere utilizzati: l’età, la condizione generale del paziente, le dimensioni e la posizione del tumore possono suggerire altri protocolli.
Un paziente anziano, ad esempio, con un piccolo tumore dovrà esclusivamente controllare la crescita della massa con attenzione, in quanto queste terapie sono particolarmente pesanti e possono peggiorare ulteriormente una condizione fisica magari già critica.
L’intervento chirurgico

Il trattamento chirurgico viene preso in considerazione quando si presenta un peggioramento progressivo e veloce delle condizioni del paziente, con deficit neurologici ingravescenti: si utilizza per liberare le zone colpite da compressione e stabilizzare la colonna.
Il trattamento prevede la rimozione della neoplasia, per evitare peggioramenti delle condizioni neurologiche o anche solo per migliorare momentaneamente la qualità di vita del paziente, in caso di insuccesso dei trattamenti medici.
Le moderne tecniche di radioterapia e chemioterapia, comunque, risultano essere dei validi alleati nella rimozione della massa tumorale, grazie ai continui progressi in questo settore.
Anche in questo caso, comunque, le condizioni generali del paziente e le caratteristiche della massa tumorale (posizione e grandezza) possono sconsigliare la chirurgia vertebrale: tuttavia, nei casi in cui sia possibile, la riduzione anche se parziale della dimensione del tumore comporterà un notevole miglioramento della qualità di vita del paziente.