Con il termine stenosi si indica il restringimento di un dotto, di un canale o di un orifizio: quando interessa la parte alta del rachide, si parla di stenosi cervicale, che spesso causa la compressione del midollo spinale.
La stenosi cervicale
La stenosi cervicale (o stenosi spinale cervicale) è un restringimento del canale vertebrale a livello della colonna cervicale che causa una pressione sul midollo spinale.
Anche se può essere completamente asintomatica, in alcuni casi può mostrare una sintomatologia particolarmente invalidante, alternata a periodi di remissive.
La maggior parte dei casi si riscontra sopra i 50 anni d’età, confermando come l’età avanzata sia la causa principale di insorgenza della stenosi cervicale.
Altre cause che possono portare allo sviluppo di un restringimento del canale vertebrale sono:
- la spondilolistesi;
- il morbo di Paget;
- i tumori cervicali;
- gravi traumi alla colonna vertebrale;
- bulging discale o ernia del disco.
Oltre alle condizioni sopra riportate, sono stati identificati dei fattori di rischio che possono favorire l’insorgenza di una stenosi del tratto cervicale.
Questi sono:
- il tabagismo;
- l’obesità;
- il diabete mellito.
È bene, dunque, intervenire sui fattori modificabili, eliminando, ad esempio, il fumo dalla propria vita e mantenendo il proprio peso corporeo a livelli accettabili.
I sintomi della stenosi cervicale
La stenosi cervicale, come già accennato, non è sempre sintomatica.
In alcuni casi è possibile riscontrare sintomi intensi per brevi periodi, che svaniscono e si ripresentano saltuariamente.
Nei casi di stenosi cervicale degenerativa, i sintomi saranno, invece, persistenti e tendenti al peggioramento.
La sintomatologia, dunque, può comprendere:
- cervicalgia, comunemente chiamata dal paziente “cervicale”, un dolore a livello del collo;
- cervicobrachialgia (dolore al collo e alle braccia);
- sensazione di calore alle spalle;
- il segno di Lhermitte, una scossa improvvisa al collo, che si propaga lungo la colonna vertebrale;
- disturbi dell’equilibrio;
- problemi di manualità fine;
- debolezza agli arti superiori.
L’intensità dei sintomi è data sia da:
- l’entità della compressione del midollo spinale;
- la presenza di una pressione all’altezza delle radici dei nervi spinali.
La diagnosi
La diagnosi di stenosi cervicale può essere effettuata in base alla sintomatologia e all’anamnesi del paziente, che va confermata tramite test di imaging, quali:
- radiografia della colonna;
- mielografia con mezzo di contrasto, che individua la sofferenza del midollo spinale;
- risonanza magnetica, che individua le conseguenze della compressione sul midollo spinale;
- TAC.
Le cure della stenosi cervicale
Come la maggior parte delle patologie che interessano la colonna vertebrale, il primo approccio alla stenosi cervicale è sempre di tipo conservativo, questo perché la nostra schiena è una struttura molto forte ma complessa, pertanto si tende ad evitare, fin quando possibile, ogni tipo di intervento.
La chirurgia spinale, infatti, per quanto abbia sviluppato nel tempo metodiche e tecniche all’avanguardia, deve essere utilizzata solo quando i benefici risultano maggiori rispetto ai possibili rischi.
Trattamento conservativo
Nonostante i trattamenti conservativi non annullino il restringimento del canale vertebrale, in molti casi permettono di vivere questa condizione senza dolore.
Si può far ricorso a metodiche conservative quando:
- la stenosi cervicale è data dall’invecchiamento;
- il dolore è moderato e non influisce pesantemente sulla quotidianità del paziente;
- la condizione non è data da un tumore spinale.
Rispettando queste condizioni, dunque, si può ricorrere a:
- farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS);
- iniezioni di cortisone (quando i FANS risultano inefficaci);
- astensione dalle attività che provocano la sintomatologia;
- fisioterapia, atta al rinforzo muscolare (sempre secondo il parere dello specialista).
Detto questo, le terapie conservative hanno come unico obiettivo l’eliminazione della sintomatologia, senza curarne la causa che, nella maggior parte dei casi, può risultare sufficiente.
Intervento chirurgico
Quando le terapie conservative risultano inefficaci, è necessario trattare la causa della stenosi cervicale tramite un intervento chirurgico.
Si può prendere in considerazione questa soluzione quando:
- si verificano deficit neurologici: grave atrofia e ipostenia muscolare, perdita di controllo degli sfinteri e paraplegi);
- il dolore è persistente e tende al peggioramento;
- è data da una grave ernia del disco;
- è presente un tumore spinale.
Tecniche chirurgiche
L’intervento sarà diverso, dunque, in base al fattore che causa il restringimento; si ricorre a:
- microdiscectomia con artrodesi o protesi cervicale per via anteriore: nei casi di ernia del disco cervicale;
- laminoplastica per via posteriore, quando la microdiscectomia non risulta efficace e il restringimento si presenta in almeno 3 livelli della colonna;
- laminectomia decompressiva con o senza artrodesi per via posteriore, atta alla decompressione delle radici nervose e del midollo spinale;
- rimozione della massa tumorale, solo quando la radioterapia e la chemioterapia risultano inefficaci.
Nonostante alcuni di questi interventi possano essere effettuati con tecnica mini-invasiva, ricorrere a soluzioni di questo tipo può essere rischioso: sarà dunque l’esperienza del chirurgo a decidere la direzione giusta, tenendo sempre in considerazione la qualità della vita del paziente.